3 febbraio 2021, La Repubblica
Pochi giorni fa, Jake Sullivan, il nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Biden, ha avviato un’ampia offensiva diplomatica sulla questione del nucleare iraniano nei confronti di alleati e partner in Europa e Medio Oriente, ricordando come “il programma nucleare sia progredito notevolmente nel corso degli ultimi due anni e che l’Iran è significativamente più vicino all’arma nucleare”. Il nuovo Segretario di Stato Anthony Blinken, durante l’audizione al Senato, ha poi confermato il fatto che l’Iran “continui ad essere inadempiente su troppi fronti” e che la nuova amministrazione americana è interessata a costruire una “intesa più forte, di lungo periodo e più ampia”.
In altre parole, l’amministrazione Biden vuole lavorare non su una semplice riedizione degli accordi fra Obama e l’Iran del 2015 (il Joint Comprehensive Plan of Action/ Piano d’Azione Globale Comune), ma costruire un accordo “rafforzato” in grado di includere il ruolo regionale dell’Iran e il programma balistico.
La nuova amministrazione ha dunque un’idea chiara: ci si può nuovamente sedere al tavolo con l’Iran senza ripetere però gli errori del passato, quando l’accordo sul nucleare escludeva il programma di sviluppo di missili a lungo raggio e non affrontava l’elemento chiave del sostegno dell’Iran a molti gruppi terroristi nella regione…. continua a leggere su La Repubblica