5 gennaio 2020, La Stampa
Ladan Boroumand, 62 anni, è una nota attivista per i diritti umani in Iran. Vive in esilio a Washington DC dove ha fondato e dirige il “Center for Human Rights in Iran” (www.iranrights.org). Punto di riferimento per la diaspora democratica iraniana ed una fonte puntuale di denuncia delle massicce violazioni dei diritti umani nella Repubblica Islamica. Grazie al lavoro del Centro, hanno un volto e un nome le centinaia di oppositori del regime degli Ayatollah, scomparsi, giustiziati in modo sommario o eliminati dalla teocrazia islamica e durante le durissime repressioni delle manifestazioni popolari.
E’ figlia di Abdorraman Boroumand, uno dei leader laici della rivolta del 1979, costretto all’esilio da Khomeini e poi assassinato a Parigi nel 1991 da agenti della Repubblica Islamica.
Qual’è l’impatto della morte di Qassem Soleimani all’interno della Repubblica Islamica dell’Iran?Nessun uomo al mondo è stato direttamente coinvolto in più conflitti, in più paesi, per un periodo più lungo di Qassem Soleimani. La sua morte è una perdita enorme per il regime iraniano che da anni ormai sta combattendo tre guerre, finora per procura, con gli Usa, Israele e Arabia Saudita…. continua la lettura su La Stampa