20 maggio 2023, La Repubblica,

Ieri a Jeddah, con la reintegrazione della Siria nella Lega Araba ed il palco concesso al satrapo Bashar al Assad, ha trionfato l’impunità. E sono bastati soltanto dodici anni per far dimenticare al consesso dei paesi arabi una delle più grande tragedie che l’umanità ha conosciuto dal secondo conflitto mondiale: 500.000 civili uccisi e altri 150.000 scomparsi nelle carceri del regime; 6,6 milioni di rifugiati in Medio Oriente (di cui una parte rilevante in Turchia) ed altri 6 milioni di sfollati interni; 82.000 barili bomba lanciato contro ospedali, scuole, edifici religiosi; Aleppo e decine di altre città rase al suolo; 340 attacchi documentati con armi chimiche; stupri ed eccidi di massa, torture; la nascita e la scomparsa del Califfato con la sua scia di morti e il genocidio degli yazidi; un economia in caduta libera e il 90% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà; metà degli ospedali e delle scuole distrutte; 70% della popolazione senza accesso all’acqua potabile. 

La Lega Araba accoglie fra le sue fila e legittima un brutale dittatore, che in dodici anni ha distrutto e svuotato il proprio paese, trasformandolo anche in un narco-stato, che detiene il triste record di essere il primo produttore ed esportatore mondiale di captagon, un’anfetamina estremamente potente, la cui rete produttiva e commerciale porta direttamente al fratello del satrapo: Maher el Assad.

Di tutto ciò si è reso responsabile Bashar el Assad che regna ancora su uno stato fallito e in rovina, soltanto grazie al sostegno di altri due paesi sempre più ai margini della comunità internazionale: la Russia di Vladimir Putin, e l’Iran di Ebrahim Raisi…. continua la lettura su La Repubblica

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