Newroz Ahmad

30 aprile 2023, La Repubblica,

La generalessa Newroz Ahmad ha 44 anni ed è la comandante in capo delle YPJ (Yekîneyên Parastina Jin-Unità di Protezione delle Donne) che hanno svolto un ruolo determinante nella lotta all’ISIS nel nord della Siria.

La incontro vicino a AL-Hasakah nel nord della Siria, nel campo delle forze della Coalizione Globale contro l’ISIS, di cui fanno parte 85 paesi, fra cui l’Italia.

Come sono nate le Unità di Protezione delle Donne?

Siamo nate 10 anni fa per difendere la nostra popolazione dagli attacchi delle milizie del califfato. All’inizio molte donne curde non avevano fiducia in se stesse, non credevano di poter combattere l’ISIS e in più il condizionamento della società patriarcale siriana era molto forte”.“Superando mille difficoltà -prosegue- abbiamo però fornito un contributo molto importante alla lotta al terrorismo e al tempo stesso abbiamo promosso una nuova idea di società nella nostra regione, nella quale l’autodeterminazione e l’emancipazione della donne svolgono un ruolo fondamentale”

Qual’è oggi la realtà della guerra contro ISIS in Rojava?

Purtroppo la situazione è ancora instabile e quasi ogni giorno combattiamo contro le sacche di resistenza dei jihadisti. La guerra contro ISIS non è ancora finita.

Quante donne delle YPJ sono cadute  nella guerra contro ISIS?
Abbiamo avuto circa mille donne combattenti uccise e duemila ferite.

Crede che l’esperienza delle donne combattenti curde possa essere un modello in Medio Oriente?

Le donne si stanno ribellando in molti paesi. Guardi l’Iran. Sono le donne che stanno guidano la rivolta contro il regime degli ayatollah ed hanno anche adottato uno dei nostri slogan (“Jin, Jiyan, Azadi” – “Donna, Vita, Libertà”). Nel Kurdistan iracheno e in Giordania sono state formate unità di donne nell’esercito; in Arabia Saudita le donne non accettano più un sistema patriarcale che le esclude dalla società; in Afghanistan sono soprattutto le donne che scendono in piazza contro talebani”.

Qual’è stato il rapporto fra l’emancipazione delle donne e  la religione?

Questa è stata una delle nostre più grandi sfide fin dall’inizio… le donne sono state storicamente oppresse nella tradizione islamica. Ma sempre più donne chiedono libertà e vogliono sbarazzarsi di questa mentalità che viene loro imposta. 

Crede che l’occidente dovrebbe fare di più per sostenere la lotta delle donne curde?

Siamo grati del sostengo militare della Coalizione Globale, ma non è sufficiente. Non solo ci serve più sostegno militare e tecnologie più avanzate per sconfiggere ISIS, ma serve anche più riconoscimento politico internazionale. La crisi siriana è senza fine. Le Syrian Democratic Forces (SDF), a causa del veto della Turchia, non sono state invitate a nessun incontro e l’Amministrazione del Nord e dell’Est della Siria non è riconosciuta”

Cosa pensa del ruolo della Turchia nel conflitto siriano?

Il regime di Erdogan sostiene diversi gruppi jihadisti, lancia i suoi droni contro le nostre guerrigliere ed ha un unico obiettivo: combattere i curdi. Ma se il prossimo 14 maggio le elezioni saranno senza brogli, sono convinta che le opposizioni possano vincere e che ci possa essere un cambio di regime. Se prevarrà nuovamente Erdogan riprenderanno le operazioni militari contro di noi.

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