Tamila Tasheva

7 giugno 2023, La Repubblica

Tamila Tasheva è stata nominata un anno fa dal Presidente Volodymyr Zelensky, sua Rappresentante nella Repubblica Autonoma di Crimea. E’nata a Samarcanda in Uzbekistan dove la sua famiglia venne deportata nel 1944, insieme a decine di migliaia di Tatari di Crimea, una delle più grandi minoranze musulmane della Russia. Tornata in Crimea nel 1991, quando si è dissolta l’Unione Sovietica, ha partecipato alla rivolta di EuroMaidan nel 2014 ed ha poi fondato “Crimea SOS”, l’organizzazione che si batte per i la difesa dei diritti dei tatari di Crimea. Con il progetto “Crimea Platform”, sta coordinando le tante iniziativa per la ”de-occupazione” della penisola. La raggiungo telefonicamente a Kiev poche ore dopo l’attacco russo alla diga di Nova Kakhovka, che ha provocato l’inondazione di una grande porzione della regione di Kherson con un impatto enorme anche nella penisola di Crimea.

Qual’è la sua valutazione sulla distruzione della diga e dell’impianto idroelettrico da parte dell’esercito russo?

L’esercizio occupante russo ha capito che tutta l’Ucraina verrà liberata. Per questo motivo cercano di distruggere quante più infrastrutture possibile e di lasciarsi alle spalle una terra devastata, con enormi danni ambientali. Ma questi crimini di guerra e contro l’umanità non impediranno alle forze armate di liberare tutto il territorio occupato da Putin.

Qual’è l’impatto sulla Crimea dell’esplosione della diga?

È un disastro non solo per la regione di Kherson, ma per tutta l’Ucraina meridionale, compresa la Crimea. La devastazione del bacino di Nova Kakhovka avrà un impatto enorme sulla fornitura di acqua potabile e sui canali di irrigazione di gran parte della penisola. L’intera regione dovrà affrontare una crisi alimentare  e agricola senza precedenti.

Cosa può capitare alla centrale nucleare di Zaporizhzhia?

I bacini di raffreddamento della centrale nucleare dipendono dal livello dell’acqua del bacino di Nova Kakhovka. La situazione della centrale è attualmente sotto controllo, con il personale ucraino che sta monitorando tutti gli indicatori, ma il rischio di un incidente è molto elevato. 

Qual’è la sua valutazione sui danni ambientali provocati dall’attacco di oggi?

L’inondazione degli insediamenti e dei terreni agricoli porterà inevitabilmente ad un elevato rischio di contaminazione dell’acqua con prodotti chimici e petroliferi, con un impatto enorme sugli approvvigionamenti idrici della Crimea e del Sud dell’Ucraina e con un elevata contaminazione del fiume Dnipro e del Mar Nero.

E’ già ora un disastro ambientale di grandi proporzioni.

Quali sono i progetti per la Crimea una volta che sarà liberata?

Innanzittutto il rientro dei Tatari di Crimea nella loro terra dalla quale sono stati cacciati nel 1944 da Stalin e nel 2014 e 2022 da Putin. Poi il ripristino delle istituzioni di rappresentanza democratica di Tatari di Crimea: il “Qurultay”, il parlamento di 300 membri eletto dalla popolazione tatara ed il “Mejils”, il “governo” dei tatari di Crimea. Il nostro obiettivo è ottenere una forte autonomia per la minoranza tatara all’interno della Repubblica dell’Ucraina.

Cos’è successo alla minoranza tatara dopo l’invasione russa dello scorso 24 febbraio?

Tutte le strutture democratiche di rappresentanza della minoranza tatara sonno state sciolte e dichiarate “organizzazioni estremiste” dalle autorità occupanti. Poi abbiamo avuto migliaia di casi documentati di sparizioni, uccisioni e deportazioni in Russia. In più la mobilitazione forzata i ha costretto alla fuga di molti giovani tatari nei territori liberi dell’Ucraina.

Quanti Tatari vivevano in Crimea prima dell’occupazione del 2014?

Circa cinquecentomila, oggi ridotti a poche decine di migliaia. La Crimea è totalmente militarizzata ed è utilizzata come base missilistica per attaccare le città dell’Ucraina. In più c’è stato un ampio programma di immigrazione illegale di oltre  800.000 cittadini dalla Russia. Cambiare l’assetto demografico di una nazione libera e sovrana è un altro crimine di guerra.

Quando sarà nuovamente libera la Crimea?

Presto, presto… siamo fiduciosi nell’operazione militare in corso che si concluderà con la liberazione di tutta la penisola. Abbiamo naturalmente ancora bisogno dell’ aiuto e del sostegno degli alleati occidentali.

Che ne sarà del ponte di Kerch?

Il ponte di Kerch è un’infrastruttura illegale, nata per scopi militari. Se non sarà distrutta durante la guerra di liberazione nelle prossime settimane, la demoliremo in ogni caso, nel modo più sicuro possibile e nel pieno rispetto delle norme di tutela dell’ambiente.

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