19 agosto 2022, La Repubblica,

Taipei (Taiwan). Sono passati solo pochi giorni dalla visita di Nancy Pelosi a Taiwan e sono finite anche le esercitazioni militari di Pechino, con l’ampio dispiegamento di forze aree e navali, numerosi test missilistici, la simulazione di un possibile blocco navale, e la ripetuta violazione dello spazio aereo della repubblica.

Ma oggi Taiwan ha un motivo in più per non sentirsi isolata. 

E in una giornata con l’umidità che supera il 92%, i cittadini di Taipei sono incollati ai notiziari che fin dalle prime ore del mattino danno una notizia importante: la scelta del governo Usa di dare il via libera all’apertura formale dei negoziati per realizzare un accordo di libero scambio fra la prima economia del pianeta e la piccola repubblica cinese e democratica di Taiwan. L’annuncio è stato dato da Katherine Tai, diplomatica americana di origini cinese e che parla perfettamente mandarino, rappresentante speciale del presidente Biden per il commercio internazionale che ha annunciato l’avvio della “US-Taiwan Initiative in 21st Century Trade” la cornice entro la quale verrano rafforzati ulteriormente in rapporti politici ed economici fra i due paesi. Fino ad oggi Taiwan aveva siglato accordi di libero scambio soltanto con Singapore e Nuova Zelanda.

Per Taiwan è un fatto storico come sottolinea al telefono da Washington Bi-Khim Hsiao, l’ambasciatrice de facto a Washington di Taiwan “E’ un grande passo in avanti nelle relazioni fra i nostri due paesi ed è anche la migliore risposta a chi vorrebbe limitare il nostro spazio aereo e porre delle sanzioni sulla nostra economia”. Pechino è avvisata.

Pochi giorni fa il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso i dati sulle previsioni economiche del 2022 e per Taiwan si prevede un ulteriore miglioramento di tutti i suoi indicatori economici: è stabilmente la 21ma economia del pianeta con un PIL di oltre 840 miliardi di dollari ed PIL pro capite di 34.000$, che quest’anno supererò di poco quello italiano. Il balzo in avanti è stato garantito dall’industria dei chip e dei semiconduttori che ha qui oramai raggiunto il 67% di tutta la produzione mondiale…. continua la lettura su La Repubblica

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