21 giugno 2021, La Repubblica,
Hadiboh (Socotra). C’è un’isola appollaiata fra Asia e Africa sempre più importante per garantire la libertà di accesso al Canale di Suez e per contrastare sia il jihadismo nel Corno d’Africa, che la forte ingerenza dell’Iran nella Penisola Arabica: è l’isola di Socotra, controllata dalle milizie separatiste dello Yemen del Sud, con il sostegno degli Emirati Arabi Uniti.
L’isola di Socotra è nota da duemila anni per la qualità del suo incenso, per l’aloe, per le sue foreste popolate dalla “pianta dei draghi”, la Dracaena draco, con la preziosa resina color sangue, e per il suo ecosistema unico al mondo con fauna e flora endemica, grazie al quale, nel 2008, l’Unesco decise di inserirla nella lista dei patrimoni dell’umanità. I centomila abitanti dell’isola parlano il “socotri”, una lingua semitica pre-islamica, vivono di pesca, commercio e allevamento negli altopiani. Un paradiso quindi per antropologi, biologi, naturalisti, botanici con oltre 700 specie che esistono sono qui.
La sua posizione, però, la rendo un luogo sempre più strategico da un punto di vista geopolitico: 200km dalle coste del Puntland, la regione più settentrionale della Somalia e fino a poco tempo fa base per gran parte della pirateria che infestava l’Oceano Indiano occidentale; quasi 400km dalla costa dello Yemen dilaniato dal conflitto che dal 2013 lo ha reso irriconoscibile e lo ha posto al centro della forte competizione geopolitica fra Iran e monarchie sunniti del Golfo.
Le mappe e le carte geografiche, come sempre, spiegano tutto: situata fra il Corno d’Africa e la Penisola Arabica ed all’imbocco dello Stretto di Bab el Mandeb dove ogni giorno transitano 6,2 milioni di barili di petrolio fra la vasta area dell’Indo-Pacifico, il Mar Rosso, per giungere attraverso il Canale di Suez, al Mar Mediterraneo ed ai porti europei. Da qui passa ogni giorno circa il 12% del commercio globale con migliaia di navi cargo in grado di trasportare fino a 24.000 container….. continua la lettura su La Repubblica.