10 luglio 2023, La Repubblica

Il vertice NATO, che prenderà il via Martedì 11 luglio a Vilnius, sarà un evento storico. L’Alleanza si riunisce nel suo “fianco est”, per la prima volta a ridosso di un conflitto a tutto campo scatenato dalla Russia contro l’Ucraina e dovrà porre riparo alle ambiguità di Bucarest del 2008 offrendo a Kiev quelle necessarie garanzie di sicurezza unitamente ad un chiaro percorso di integrazione euro-atlantica.

Ma il vertice di Vilnius sarà ricordato anche per l’allargamento del campo di azione dell’Alleanza stessa verso l’Indo-Pacifico, nella consapevolezza che non sia più rinviabile la definizione di una dottrina geopolitica e di sicurezza in grado di contrastare efficacemente l’accresciuta assertività della Repubblica Popolare Cinese.

Le continue minacce militari alla Cina democratica di Taiwan; la mai smentita “alleanza senza limiti”, siglata fra Xi e Putin poco prima l’inizio del conflitto in Ucraina; la costante promozione da parte della Cina della narrativa russa sul conflitto in corso; l’occupazione illegale del Mar Cinese Meridionale su una enorme porzione di mare, con la costruzione di basi militari su atolli all’interno delle acque territoriali di Vietnam, Filippine e Malesia; le rivendicazioni territoriali su ampie porzioni del territorio indiano lungo l’Himalaya; le crescenti triangolazioni fra Cina, Russia e Iran sul fronte energetico, tecnologico e militare, sono gli elementi che caratterizzano la nuova sfida globale di Pechino.

E se fino a ieri la competizione con Pechino era sostanzialmente di carattere geo-economico (la Nuova Via della Seta con la quale Pechino ha provato a riscrivere le regole della globalizzazione), oggi stiamo assistendo ad un salto di qualità che investe pienamente la sfera militare e della sicurezza, anche con il lancio del progetto della Global Security Initiative, che rafforza il carattere “securitario” e militare della cooperazione politica di Pechino nel mondo, mutandone radicalmente i connotati…. continua su La Repubblica.

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