18 marzo 2023, La Repubblica,
Dopo avere incassato un terzo mandato presidenziale, Xi-Jinping lascerà per la prima volta Pechino per la sua prima visita di stato, giungendo domani a Mosca per incontrare al Cremlino Vladimir Putin. Il messaggio all’occidente è chiaro: dopo poco più di una anno da quel 4 febbraio del 2022 quando i due satrapi siglarono “l’alleanza senza limiti”, la visita di Xi conferma l’asse strategico fra le due più grandi dittature del pianeta.
Poco importa se in questi dodici mesi la Russia ha promosso una guerra nel cuore dell’Europa, invaso uno stato sovrano, commesso crimini di guerra e contro l’umanità, come confermato dal rapporto delle Nazioni Unite presentato due giorni fa con un elenco impressionante e dettagliato di stupri, torture e violenze di ogni genere dai tratti genocidari. E poco importa persino lo storico mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Vladimir Putin per l’odiosa campagna messa in atto in Ucraina con il sequestro di migliaia di minori a Mariupol e nelle aree occupati deportati in Russia per essere adottati illegalmente.
Gli autocrati non hanno remore a stringere la mano ai propri simili.
Il meeting delle autocrazie di Mosca e Pechino ci sarà e l’agenda sarà fitta: nuovi accordi economici con massicci investimenti cinesi nel Far East, costruzioni di nuovi gasdotti ed oleodotti dalla Yamalia e dalla Yacuzia verso la Cina, cooperazione fra le intelligence e possibilità di forniture belliche, forse già iniziate, anche se al momento sotto tono, come rivelato ieri dal un’inchiesta di “Politico”.
Xi-Jinping ha fatto la sua scelta: l’alleanza fra le autocrazie è più importante della globalizzazione e se la Russia perderà nelle pianure ucraine, la sua condizione di “junior partner” di Pechino sarò certificata per lungo tempo….. continua a leggere su La Repubblica