31 luglio 2023, La Repubblica,
Il colpo di stato in corso in Niger con il legittimo presidente, Mohamed Bazoum, ancora asserragliato nella sua residenza presidenziale, rende necessaria e urgente una tempestiva reazione politica e diplomatica dell’Europa, a partire dai paesi più esposti nel Mediterraneo e più coinvolti nella regione sub-sahariana: Italia, Francia e Spagna.
Come ha rilevato il direttore Molinari nell’editoriale di ieri su questo giornale, la posta in gioco in Niger è molto alta e riguarda direttamente la sicurezza dell’intero scacchiere del Mediterraneo e tutta l’Europa.
La posizione centrale del Niger nell’Africa sub-sahariana lo rende strategico per il contrasto alla residua, ma non scomparsa, insorgenza jihadista, quanto alla lotta contro la tratta di esseri umani dal continente africano verso il continente europeo.
Questo è il motivo per il quale l’Italia ha promosso dal settembre del 2017 la Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (MISIN) che oggi vede impegnati 350 militari italiani in attività di formazione dell’esercito del Niger ed in numerose iniziative di contrasto al terrorismo ed al traffico di esseri umani.
La missione italiana ha affiancato la storica presenza francese nel paese sub-sahariano (oggi ancora presente in Niger con un contingente di mille uomini), insieme al crescente ruolo della Spagna nel continente africano, come ben indicato dal Presidente Sanchez quando nel penultimo vertice dell’Alleanza Atlantica a Madrid ha esortato gli alleati a non lasciare scoperto il fronte sud dell’alleanza stessa ed a fare dell’Africa una vera priorità.
Ma quanto sta accadendo in queste ore, complica ulteriormente un quadro già estremamente complesso. La manifestazione di ieri a Niamey di fronte all’ambasciata francese con le bandiere russe, unitamente all’immediata disponibilità del per nulla smobilitato Evgeny Prigozhin di inviare in Niger mille mercenari della Wagner, conferma uno schema già testato con successo da Mosca a Bamako e Ouagadougou… continua la lettura su La Repubblica.