Sabato 6 marzo, La Repubblica,
Da oltre tre anni Carles Puigdemont vive in esilio a Bruxelles nel cuore dell’Europa. Da Presidente della “Generalitat” di Catalogna aveva sfidato Madrid organizzando il referendum del 1 ottobre del 2017 con i’idea di proclamare la Repubblica Catalana. La reazione dello stato spagnolo fu durissima: migliaia di denunciati, arresti e condanne fra i 9 e i 13 anni per diversi membri del governo della Catalogna, l’esilio per chi, in quelle ore convulse, riuscì ad uscire dal paese.
Ma il sogno dell’indipendenza catalana non è finito. Pochi giorni fa per la prima volta i partiti politici indipendentisti hanno ottenuto non solo la maggioranza schiacciante dei seggi nel parlamento regionale, ma anche la maggioranza assoluta dei voti. E domani al Parlamento Europeo l’ultima sfida: il voto, su richiesta del “Tribunal Supremo” di Madrid, per revocare l’immunità al leader catalano, oggi parlamentare europeo.
Cosa significa oggi vivere in esilio in Europa?
E’ già capitato a mio nonno, in esilio in Francia dopo la caduta di Barcellona durante la Guerra Civile, ma oggi naturalmente non è la stessa cosa. Grazie alla globalizzazione ed alle tecnologie digitali sono sempre in contatti con i miei colleghi e con la mia famiglia e riesco a fare il mio lavoro con se fossi in Catalogna…… continua la lettura su La Repubblica.