6 dicembre, Huffington Post,

L’Oceano Indiano è al centro di un nuovo Grande Gioco che vede competere una molteplicità di attori statuali e regionali nel grande spazio di mare compreso fra l’Australia e le coste dell’Africa orientale e meridionale, fra il Mar Rosso e il Subcontinente Indiano; fra la Penisola Arabica e i paesi del Sud-Est Asiatico.

E se nel 19° secolo “The Great Game” vide contrapporsi gli interessi imperiali di Russia e Gran Bretagna per la supremazia di quella vasta area compresa fra il Medio Oriente, l’Asia Centrale, l’Afghanistan e il Tibet, oggi la competizione si svolge prevalentemente fra due grandi attori: l’India e la Cina.

Il terreno della nuova competizione geopolitica fra i due giganti asiatici è la vasta area dell’Indo-Pacifico, regione sulla quale si affacciano i due terzi della popolazione mondiale e oltre il 50% del PIL globale: un’area di enormi opportunità economiche e commerciali, ma anche la regione con i maggiori rischi di instabilità con rilevanti implicazioni per la sicurezza globale. 

E la competizione sempre più accesa fra India e Cina non coinvolge soltanto i due colossi asiatici: il grande gioco dell’Oceano Indiano è caratterizzato da una stagione estremamente dinamica fatta di nuove alleanze, nuove organizzazioni regionali e internazionali, nuovi attori e nuovi progetti che posso mutare anche profondamente il sistema consolidato delle relazioni internazionali dell’intera area.

Sullo sfondo, il più generale confronto fra “democrazie” e “autocrazie”, la vera linea di faglia geo-politica del 21mo secolo.

Poco prima della pausa natalizia è passata quasi inosservato il doppio successo diplomatico messo a segno dalla Francia e dall’India: l’adesione della Francia come 23mo membro della “Indian Ocean Rim Association-IORA” (L’Associazione dei paesi costieri dell’Oceano Indiano).

Lo scorso 19 dicembre durante  la presidenza di turno della IORA degli Emirati Arabi Uniti, e grazie ad un’intensa attività di lobbying di Nuova Delhi, la Francia è stato il primo paese non rivierasco ad essere ammesso a far parte come membro a pieno titolo dell’organizzazione regionale più importante dell’Oceano Indiano.

L’organizzazione nata nel 1997 riunisce oggi 22 paesi bagnati dall’Oceano Indiano più la Francia, ammessa formalmente grazie a quegli 850.000 cittadini francesi residenti nel dipartimento d’oltremare dell’isola di Reunion e grazie all’offensiva diplomatica di Nuova Delhi.

L’India, uno dei paesi fondatori della IORA, ha avuto, fin dalle prime battute, un ruolo di traino e di leadership dell’organizzazione dettandone spesso l’agenda sui temi chiave della sicurezza della navigazione, del commercio e degli investimenti regionali, sulla cooperazione scientifica, industriale e militare.

Di tutti i paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano soltanto due non fanno parte dell’organizzazione: il Pakistan e Myanmar. L’India, grazie alla sua rilevante influenza nell’organizzazione, ha fin qui bloccato le ambizione di adesione di Islamabad e le dure critiche sulla situazione dei diritti umani della minoranza Rohinga in Myanmar, sono state la motivazione alla base del rifiuto alla domanda di adesione di Yangon.

L’Oceano Indiano, attraversato ogni giorno dal 50% delle navi container, da 1/3 del traffico cargo e da 2/3 delle petrolieri di tutto i commercio globale, è dunque uno dei luoghi più dinamici del pianeta nel quale si sperimentano anche nuove alleanze strategiche.

Se il 2020 è stato per l’India l’anno del rafforzamento della cooperazione strategica con gli Stati Uniti, il 2021 sarà l’anno del consolidamento dei rapporti con l’Europa.

L’accresciuta competizione con la sempre più assertiva Cina di Xi-Jinping sfociata nel conflitto a bassa intensità sulle montagne himalayane del Ladakh, ha portato l’India di Narendra Modi ad abbracciare progressivamente il campo occidentale intensificando le relazioni gli Usa, le democrazie asiatiche di Giappone e Australia ed i paesi dell’ASEAN e costruendo una serie di intese strategica con diversi paesi dell’Unione Europea.

Il caso della membership della Francia nella IORA è uno dei primi risultati di questa nuova strategia.

Nell’agenda della politica estera di Delhi per il 2021 ora la priorità sarà quella di rafforzare i rapporti con i vari paesi membri del G-7, fin dal prossimo meeting che si svolgerà con buone probabilità a Camp David ospitato dal nuovo Presidente Biden, nel quale verrà sperimentato per la prima volta un format allargato a 10, con India, Australia e Corea del Sud, quel possibile D-10, il gruppo delle grandi democrazie che condividono valori e interessi comuni su scala globale.

Ed anche per rafforzare e diversificare le relazioni con il mondo occidentale, l’India sta auspicando da tempo un maggior ruolo di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Unione Europea nello scacchiere dell’Oceano Indiano a partire dalla cooperazione nel settore della sicurezza.

Parigi e Delhi dopo la visita di stato di Macron del 2018 hanno messo le basi per una duratura partnership strategica che ha gia prodotto più di un risultato nell’incremento degli scambi commerciali e nella cooperazione in molti settori strategici a partire dalla difesa: l’accordo siglato fra i due paesi permetterà infatti alla marina indiana l’utilizzo delle strutture logistiche francesi in Africa e Oceano Indiano.

La forte apertura indiana verso l’Europa dovrebbe anche essere maggiormente sfruttata dall’Italia che ha enormi potenzialità di incremento della cooperazione bilaterale in pressoché tutti i settori. L’interscambio commerciale fra Italia e India, oggi attestato a circa 9miliardi di euro, è ampiamente al di sotto delle potenzialità che i due paesi potrebbero esprimere.

E se da un lato sono aumentati a 6,4 miliardi di € gli investimenti italiani in diversi settori (manifattura avanzata; automotive; transizione energetica; infrastrutture; agroalimentare e IT), l’Italia è soltanto il 5° paese della UE per interscambio commerciale con l’India. 

La vicenda “Marò” ha bloccato per diversi anni le relazioni bilaterali ed oggi che la questione è sostanzialmente archiviata, il governo italiano dovrebbe premere con decisione l’acceleratore per incrementare la cooperazione bilaterale a tutto campo, anche nei settori strategici della sicurezza e della difesa, dove il nostro paese ha una posizione ancora troppo debole.

La nuova proiezione globale dell’India, la crescente competizione con la Cina nell’area dell’Indo-Pacifico, le aperture strategiche di Delhi verso Usa ed Europa, rappresentano una delle componenti innovative del nuovo Grande Gioco dell’Oceano Indiano rappresentano una serie di novità da cogliere.

L’India che punta ad essere la terza economia planetaria entro quattro anni con un Gdp da 25 Trilioni di dollari già nel 2025, rappresenta una grande opportunità per Italia, Europa e Usa non solo per le prospettive offerte da una sempre maggiore integrazione delle nostre economie, ma soprattutto per costruire una solida partnership globale economica, politica e militare fondata su interessi, valori e visioni comuni.

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