agosto 2021, La Repubblica,
C’è un piccolo paese in Europa che con le sue azioni sta complicando i piani delle sempre più assertive autocrazie di Russia e Cina: la Lituania.
Da tempo la diplomazia di Vilnius rappresentava già la punta più avanzata in Europa nel confronto con i regimi di Putin e Lukashenko.
Vilnius ospita un numero sempre crescente di dissidenti russi e la sua posizione geografica, fra l’enclave russa di Kaliningrad e la Bielorussa, la rende strategica per l’Alleanza Atlantica nel presidiare i confini della nuova “cortina di ferro”.
La Lituania ha concesso lo status diplomatico di “ospite ufficiale” a Sviatlana Tsikhanouskaia ed è pronta in futuro ad riconoscete un governo bielorusso in esilio a Vilnius se la leader dell’opposizione decidesse di insediarlo.
Come ricorda il Ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis “abbiamo conosciuto il totalitarismo sovietico e non esitiamo ora a sostenere chiunque si batta per la libertà e contro i regimi autoritari”.
E questa è la cornice all’interno della quale va collocata la scelta storica, annunciata pochi giorni fa dai governi lituano e taiwanese, di accogliere a Vilnius la prima rappresentanza ufficiale del governo di Taiwan.
Per il governo della Presidente Tsai ing-Wen è certamente un successo diplomatico che contribuisce alla “internazionalizzazione” della questione taiwanese, quando invece Pechino vorrebbe derubricarla a vicenda “interna” della Repubblica Popolare Cinese. Durante le celebrazioni del centenario del Partito Comunista Cinese, Xi-Jinping non ha esitato ad usare toni bellicosi nei confronti di Taiwan, che per Pechino rimane una semplice “provincia” che, con le buone o con le cattive, verrà prima o poi riunificata alla madrepatria.
Il Ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu nel giudicare lo storico accordo, ha ricordato che “la Lituania è un partner molto importante per Taiwan, dato che i due paesi condividono gli stessi valori di libertà e democrazia”, e in più “entrambi si trovano in prima linea nel difendere le democrazie di fronte agli attacchi delle autocrazie”. Il messaggio a Pechino e Mosca, è chiaro….. continua la lettura su La Repubblica.