19 ottobre 2022, La Repubblica,
C’è una novità importante che rischia di mutare le caratteristiche del conflitto in Ucraina: la rinnovata alleanza fra Russia e Iran e il coinvolgimento di Teheran nel conflitto.
L’intesa strategica fra Russia e Iran non è una novità e i due paesi, oggi entrambi sotto dure sanzioni internazionali, hanno sperimentato già da tempo forme avanzate di cooperazione economica, politica e militare.
Tecnici russi hanno da sempre cooperato nel programma nucleare iraniano, a cominciare dal progetto strategico di Busher e la Russia ha da sempre ignorato ogni forma di embargo occidentale nei confronti di Teheran. Soltanto nel mese luglio di quest’anno durante la visita di Vladimir Putin a Teheran, i due paesi hanno siglato un accordo storico del valore di 40 miliardi di dollari che sarà implementato dalla National Iranian Oil Compant e da Gazprom con investimenti russi nel grande giacimento di gas di North pars in altri sei campi petroliferi.
Ma a Teheran, Vladimir Putin e Ebrahim Raisi non hanno soltanto discusso di gas e petrolio.
Gli sciami di droni-kamikaze che in queste ore fanno decine di vittime civili in tutta l’Ucraina e puntano a terrorizzare la popolazione civile con attacchi indiscriminati su case e centrali elettriche, sono uno degli effetti concreti di un’intesa molto più ampia. Ciò a cui stiamo assistendo non è soltanto il rafforzarsi dell’intesa fra le petro-dittature di Russia e Iran, ma la nascita di un asse politico e militare in diretta competizione con l’Europa, l’occidente, la comunità delle democrazie.
E se fino a ieri tale cooperazione militare aveva come campo d’azione esclusivo il Medio Oriente, con la lunga campagna di Siria quando l’esercito russo, le milizie di Hezbollah, e le forze speciali di Teheran hanno salvato il regime di Assad, lasciando sul terreno mezzo milione di vittime civili ed un paese distrutto, oggi assistiamo al dispiegarsi per la prima volta di addetti militari dei Guardiani della Rivoluzione sul suolo europeo a fianco delle truppe di Mosca…..continua la lettura su La Repubblica.