Olympics Boycott

7 febbraio 2022, La Repubblica,

Le olimpiadi di Pechino hanno già ottenuto un primo risultato: ampliare il divario e la distanza fra democrazia e autocrazie. All’apertura dei giochi invernali Xi-Jinping e Vladimir Putin hanno confermato la loro intesa rivolgendo, di fronte ad una ristretta platea di pochi satrapi, un messaggio minaccioso all’occidente. Per la prima volta la Cina ha parlato direttamente dell’Alleanza Atlantica chiedendo la fine della sua espansione verso l’est dell’Europa ed ha attaccato l’occidente pretendendo la fine ogni azione di promozione della democrazia, di globalizzazione dei diritti e di sostegno alle richieste di libertà dall’Ucraina, alla Georgia, al Kazakhstan. Xi-Jinping parlava dell’Ucraina pensando a Taiwan e attaccava la Nato pensando all’Indo-Pacifico, al QUAD e ad AUKUS, le due alleanze in corso di formazione fra le democrazie asiatiche di Giappone, India, Australia con gli Usa e la Gran Bretagna,

Il disonore olimpico ha avuto il suo culmine nell’utilizzo della giovane atleta di origine uigure Dinigeer Yilamujiang usata per l’accensione della torcia nella serata di inaugurazione della ventiquattresima edizione dei Giochi Invernali. Non c’è traccia nè di spirito, nè di ideali olimpici, quando si usa un’atleta come cavia per dimostrare la benevolenza del regime e per negare ancora una volta l’efferato genocidio in corso contro la minoranza uigura e la trasformazione della regione del Xinjiang in una gigantesca prigione…. continua a leggere su La Repubblica.

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